L’altro ieri, mentre perdurava ancora lo sciopero dei camionisti, mi ha mandato un messaggio un mio amico, che abita alla base della mia¹ collina, a circa un chilometro di distanza. Decido di andare a piedi, perché non volevo rimanere senza benzina (molti distributori erano senza) andando a scuola, che è ben più distante. Mi incammino e, come ogni volta, taglio i tornanti con dei bei sentierini. Arrivo all’ultimo, il cui terreno è separato da un muretto alto circa 90 centimetri sulla strada, metto il piede su di esso, non mi accorgo che è bagnato e… mi ritrovo per terra con un gran male all’avambraccio sinistro.
Mi rialzo dolorante e arrivo dal mio amico, ma dopo pochi minuti il male è ancora forte, se non più di prima. Chiedo al padre del mio amico se mi può portare a casa in macchina, per a camminare faceva più male. Arrivato a casa, dopo un rassicurante “ti si è sicuramente rotto il braccio”, parto con mia mamma alla volta del pronto soccorso, dove ho dovuto aspettare solo 2 ore (a parte gli scherzi, è andata anche bene…), in attesa che soccorressero malati gravi affetti da mal d’orecchio e simili, e finalmente tocca a me.
Con una sbrigativa visita il medico conclude che non è rotto, ma c’è stato solo un forte trauma al tendine. Una fasciatura rigida e a casa. Non sarà rotto, ma mi impedisce di fare molte cose, non ultimo andare a scuola in moto. E non posso neanche andare a sciare domenica. 🙁
Come si suol dire: la fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo.