Categoria: Computer

È finalmente arrivata la nuova versione alpha di Ubuntu, che è decisamente la distro più “in” del momento.

Questa nuova alpha porta con se alcune nuove funzionalità:

• Gestione semplificata delle VPN
• Effetti grafici attivabili con un click (XGL, Compiz & Co)
• Xorg aggiornato alla versione X11R7.2 per migliorare la stabilità con Compiz e Beryl

Si avvicina quindi il momento del rilascio della versione stabile, prevista per aprile.

Personalmente, ritengo che Ubuntu (e le derivate Kubuntu, Edubuntu e Xubuntu) sia un’ottima distro per un computer che abbia accesso ad internet, perché grazie al fatto che è Debian-based ha un enorme parco di software disponibile in rete, mentre per un computer isolato dal web è decisamente da scartare, perché i programmi disponibili di serie sono veramente troppo pochi, come anche quelli inclusi nel CD di installazione. Per un computer in questa situazione consiglio vivamente openSuSE che ho installato su due computer, ed è veramente ottima, sia come software presenti nel DVD di installazione, sia per quelli reperibili da internet, tramite i comodi pacchetti RPM. Sicuramente però a SuSE manca un package manager valido come l’accoppiata APT-Synaptic, ma per sopperire a questa mancanza su può tranquillamente installare apt4suse, che provvede ad installare apt4rpm, la versione per i pacchetti RPM dell’APT ufficiale, che lavora con i pacchetti DEB.

Dopo queste considerazioni, ecco i link per il download:

Ubuntu Kubuntu Xubuntu Edubuntu

Screenshoot di Ubuntu Feisty Fawn Herd 5

Avevo già illustrato come installare apt4suse, il comodissimo port di APT su SUSE.

Pochi giorni fa ho eseguito l’update a SUSE (OpenSUSE, per la precisione) 10.2, l’ultima versione al momento disponibile, ho seguito la procedura illustrata nel mio post precedente e, giunto al momento di lanciare install-apt4suse, ho avuto l’amara sorpresa di scoprire che apt4suse non supporta ancora la versione 10.2, ed ho cercato di correre ai ripari, perché ormai sono apt-dipendente.

Partendo dal presupposto che install-apt4suse fosse uno script bash, ho cercato tramite il comando whereis (man whereis per maggiori informazioni su di esso) dove si trovava, e ho scoperto che si trovava in /usr/bin/install-apt4suse: l’ho quindi aperto come root con kate (ma qualsiasi altro editor va benissimo) e ho visto subito che nella riga 11 c’era quello che mi interessava: lo script recuperava la versione corrente di SUSE (SUSE_VERSION=`grep VERSION /etc/SuSE-release|cut -f3 -d” “`), allora ho sostituito a quello una cosa molto più semplice: SUSE_VERSION=’10.1′

Cosa ho ottenuto? Ho fatto credere allo script di stare usando SUSE 10.1, per la quale esiste una versione apposita di apt, che però funziona anche con la 10.2, quindi il comando install-apt4suse è riuscito ad installare il tutto senza problemi.

Ecco un riepilogo della procedura da seguire:

1. Scaricare il pacchetto RPM install-apt4suse (wget http://linux01.gwdg.de/~scorot/install-apt4suse.rpm)
2. Installare il pacchetto (da root: rpm -Uvh install-apt4suse.rpm)
3. Sostituire la riga 11 di /usr/bin/install-apt4suse con SUSE_VERSION=’10.1′
4. Lanciare install-apt4suse (sempre da root)

A questo punto apt è installato e pronto a funzionare, buon divertimento!

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Incredibile!

Sto scrivendo da Damn Small Linux installato su una chiavetta usb da soli 128 mega! Installarlo è molto semplice, basta scaricare la versione embedded, scompattarla nella chiavetta USB, installare syslinux se non lo avete già, e lanciare da shell il comando

syslinux /dev/sdX1

Fate attenzione, X DEVE essere la lettera che rappresenta la chiavetta.

Per trovare X collegate la chiavetta, digitate

dmesg | tail

da shell e cercate una linea come

sdX: assuming drive cache: write through
sdX: sdX1

nel mio caso X era f, quindi ho dato il comando

syslinux /dev/sdf1

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Ho trovato la soluzione al problema che mi stava da alcuni giorni creando non pochi fastidi: lsusb non visualizzava niente.

Nel mio caso è stato sufficiente modificare in /etc/fstab questa linea:

con questa

e riavviare il PC, oppure da root lanciare

per rendere effettiva la modifica senza dover riavviare

Oggi ho trovato un semplice stratagemma per poter usare i font che avevamo su Windows da Linux:

Questo sistema, invece di copiare fisicamente i file, crea dei link simbolici, che il sistema operativo vede ed utilizza come fossero dei veri e propri file.

Naturalmente se il punto di mount della partizione di windows non fosse /windoes/C/ è sufficiente sostituirlo con quello corretto.