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Il paese delle carte

Non sono solito parlare della mia vita reale sul blog, ma oggi sono successi due eventi (che poi in realtà è uno solo) che mi hanno veramente fatto girare le balle.

N.B.: Il contenuto di questo post è tutt’altro che fine e contiene un linguaggio scurrile.

Arrivo a casa dopo la solita noiosissima giornata a scuola tutto contento perché oggi finalmente avevo l’esame teorico per la patente A1, per il quale serve il foglio rosa, la carta d’identità e tutto l’incartamento di moduli. Ovviamente dell’incartamento non c’è traccia. Dopo una inutile ricerca niente. Come tutti sappiamo, infatti, le carte sono solite muoversi da sole e buttarsi nel cestino o altrove. Incazzato nero prendo la moto e vado alla motorizzazione civile, che chiaramente è dall’altra parte della città, a più di 2o km da casa mia. Passi. C’è molto traffico. Passi. Arrivo e chiaramente è ancora chiuso, quindi mi giro i pollici per tre quarti d’ora buoni, speranzoso che dal numero del mio foglio rosa possano recuperare almeno una delle tre fottute copie di tutti i moduli che bisogna compilare. No, l’unica persona che c’è non sa niente, non vuole sapere, è convinta che io stia dando a lei la colpa della sparizione delle carte e mi dice con un tono tutt’altro che garbato “Poteva mica venire questa mattina a denunciare lo smarrimento?” Chiaramente penso [INSERIRE QUI INSULTI E IMPRECAZIONI], e me ne vado. Ma mi chiedo io, fanno i test con i computer, non hanno che computer in qualsiasi sgabuzzino, perché cazzo non si possono recuperare i miei dati?! Stronzi. Ma dopotutto siamo in Italia, il paese delle carte.

2 risposte su “Il paese delle carte”

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